Brescia, 24 settembre –
Dopo la vittoria della Supercoppa, coach Luca Banchi ha parlato ai microfoni della stampa: “Siamo contenti di aver conquistato questo primo trofeo di stagione e soprattutto di aver arricchito la bacheca dopo una prestazione di questa qualità e consistenza. Mi sento in dovere di ringraziare chi mi ha preceduto, Sergio Scariolo, che chiaramente ha grandissimi meriti nelle gare che abbiamo giocato qui, per aver contribuito ad allestire e imbastire il lavoro di questa squadra e di tutti i collaboratori, società, tecnici, che dal primo giorno mi hanno messo nelle condizioni di essere accolto e percepire il desiderio che c’è in questo club di eccellere. Io ho cercato da parte mia di non frenare questo flusso, spero che in questi due giorni siamo riusciti a mostrare un livello di coesione e rendimento che però non deve far pensare che il nostro lavoro sia finito. Ci godiamo il momento e lavoriamo già in prospettiva futura, perché i 4 allenamenti che ci dividono dalla prima partita di campionato con Scafati saranno preziosissimi per ampliare una base di lavoro che dovrà servire per tutta la stagione, quando a regime avremo tre o quattro partite a settimana. Continuare a lavorare sul sistema non sarà semplice, però mi è piaciuta anche la risposta che hanno avuto stamani dopo poche ore che abbiamo avuto a disposizione per recuperare. Durante l’allenamento c’era la voglia di raccogliere ulteriori informazioni e essere preparati a questa gara. Sono un po’ uno spettatore non pagante, sto cercando di scoprirli (i giocatori) giorno dopo giorno, mi rendo conto che ci sono tanti campioni in squadra vicino a giocatori promettenti, di potenzialità. È più semplice per l’allenatore quando hai giocatori di questo carisma e personalità, che sanno qual è il momento di fare le cose sul serio.”
Sui pochi allenamenti con la squadra prima di disputare la competizione: “Io ho svolto 3 allenamenti con la squadra, non appena sono arrivato sono dovuto andare a Barcellona per la riunione tra head coach di Eurolega. Dopo la presentazione sono andato in aeroporto e sono andato a Barcellona senza poter toccare la squadra, poi sono arrivato e sono state ore intense. L’allenamento era concentrato sulla capacità di selezionare le informazioni, il pre e il post allenamento ha messo alla prova me e i miei collaboratori, sono state tante ore passate in ufficio per cercare di assorbire quanto più possibile quello che è uno stile ormai radicato di una squadra che non voglio assolutamente stravolgere. Questa è una squadra che prima di me ha lavorato con Scariolo e ancora prima con Djordjevic, una squadra e una generazione di giocatori che ha la capacità di competere e tu devi saperti allineare. Ho lavorato in selezione delle informazioni perché volevo essere da impulso in approccio alla manifestazione e in nessun modo pensare di rallentarli. Non so se ci sono riuscito, ma le partite non sono andate malaccio. Durante la premiazione Belinelli mi ha ricordato che avevo perso due finali di Supercoppa, in questo caso il detto “non c’è due senza tre” non vale più.”
Sull’impatto di Cordinier nella partita: “Molto promettente il suo avvio, peccato per i due falli prematuri che mi hanno costretto a tenerlo seduto più di quanto avrei voluto nel primo tempo. Ha gestito bene la sua esuberanza nel secondo tempo, è stato attento a non commettere errori dello stesso tipo. È un giocatore interessante, alla Virtus se ne sono accorti, le scelte fatte sono anche frutto di voler valorizzarlo.”
Sull’impatto difensivo nella prestazione di oggi: “Un gruppo sano, con una capacità di ascolto importante e soprattutto una leadership cestistica diffusa, con tanti giocatori di esperienza abituati a giocare per vincere trofei, che sanno come approcciare questo tipo di partite. Dal punto di vista difensivo credo che faccia parte del DNA di questo gruppo, se c’è la volontà e il sacrificio anche dove si immagina ci possano essere fragilità difensive l’impegno e lo sforzo di tutti riesce a colmarle. Con questa volontà di condividere i sacrifici che servono in difesa, mettendosi a servizio dei compagni, spendendo un fallo se necessario. Aldilà della preparazione c’era la volontà. Questa sarà una stagione di picchi, com’è tradizione per chi gioca in Eurolega. Il Real Madrid ha vinto l’Eurolega lo scorso anno, protagonista in ACB, squadra clamorosa, si è parlato a lungo dell’esonero dell’allenatore. Non c’è squadra che non abbia vissuto dei picchi di down, dobbiamo costruire e immagazzinare delle sensazioni che diventeranno preziose in futuro, quando nei momenti di difficoltà dovremo richiamare quanto vissuto in serate come queste, anche per cercare di restituire la consapevolezza ai giocatori e portarli a rivivere quelle sensazioni che li hanno portati ad eccellere.”





